Antifona d'ingresso
“Quando manifesterò in voi la mia santità,
vi raccoglierò da tutta la terra;
vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre sozzure
e io vi darò uno spirito nuovo”, dice il Signore. (Ez 36,23-26)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa
chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo
figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il
viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna
samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi
discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la
donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a
me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno
rapporti con i Samaritani. “Quando manifesterò in voi la mia santità,
vi raccoglierò da tutta la terra;
vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre sozzure
e io vi darò uno spirito nuovo”, dice il Signore. (Ez 36,23-26)
Dal libro dell’Èsodo (Es 17,3-7)
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 5,1-2.5-8)
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42)
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Meditazione
L'uomo
ha sete di verità. È posto di fronte a problemi, dai quali dipende
l'orientamento della sua vita: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Chi è Dio? Soprattutto: Che cos'è Dio per noi? Solo Cristo ci dà una
risposta chiara, capace di fare "figli della luce" coloro che
l'accettano.
L'uomo ha sete di libertà. Siamo quasi
paralizzati nelle nostre abitudini, nel nostro sistema di vita, nelle
nostre debolezze. Affondiamo sotto il peso del peccato. Chi spezzerà le
nostre catene? Cristo, il vero liberatore, che ci dà "la libertà dei
figli di Dio".
L'uomo ha sete di giustizia. Viviamo in un mondo spietato, nel quale il forte schiaccia il debole. Cristo è venuto a stabilire ciascuno nel suo diritto. "Egli rimanda i ricchi a mani vuote, e ricolma di beni gli affamati".
L'uomo ha sete soprattutto di amore. La vera felicità è quella che sgorga dall'amore. Nessuno è felice se non ama e se non è amato. Cristo ci porta l'amore di Dio! La sua missione essenziale è quella di rivelare all'uomo che Dio lo ama, e lo ama con amore di Padre.
L’acqua che Gesù offre è quella della sua Parola, dell’amore di Dio, della Salvezza dal peccato, dal non senso e dalla morte. La sete che quest’acqua può spegnere è quella che riguarda i bisogni e i desideri più profondi di ogni persona: di superare la paura della sofferenza e della morte, di sentirsi pensati, voluti e amati da sempre, di sentirsi perdonati per le proprie mancanze e disattenzioni, il desiderio di avere una vita ricca di significato.
L'uomo ha sete di giustizia. Viviamo in un mondo spietato, nel quale il forte schiaccia il debole. Cristo è venuto a stabilire ciascuno nel suo diritto. "Egli rimanda i ricchi a mani vuote, e ricolma di beni gli affamati".
L'uomo ha sete soprattutto di amore. La vera felicità è quella che sgorga dall'amore. Nessuno è felice se non ama e se non è amato. Cristo ci porta l'amore di Dio! La sua missione essenziale è quella di rivelare all'uomo che Dio lo ama, e lo ama con amore di Padre.
L’acqua che Gesù offre è quella della sua Parola, dell’amore di Dio, della Salvezza dal peccato, dal non senso e dalla morte. La sete che quest’acqua può spegnere è quella che riguarda i bisogni e i desideri più profondi di ogni persona: di superare la paura della sofferenza e della morte, di sentirsi pensati, voluti e amati da sempre, di sentirsi perdonati per le proprie mancanze e disattenzioni, il desiderio di avere una vita ricca di significato.
Preghiera
È toccato anche a me, Gesù:
un giorno ti ho incontrato come un povero,
come un assetato, come un viandante stanco che chiede aiuto.
Hai dovuto vincere le mie reticenze,
i miei sospetti ed i miei dubbi per offrirmi una possibilità nuova:
un’acqua che zampilla per la vita eterna.
Un po’ alla volta tu mi hai aperto gli occhi sulla mia esistenza,
mi hai fatto riconoscere i miei fallimenti
e le mie ferite, i miei peccati e le mie infedeltà.
Ho cercato di resisterti,
ho accampato discussioni fatte apposta per guadagnare tempo,
per portare altrove l’attenzione.
Tu mi hai condotto all’essenziale, a quello che conta veramente
e ti sei rivelato non solo come un saggio,
come un maestro spirituale, o addirittura come un profeta,
ma come l’Inviato di Dio, il Messia, il suo Cristo.
un giorno ti ho incontrato come un povero,
come un assetato, come un viandante stanco che chiede aiuto.
Hai dovuto vincere le mie reticenze,
i miei sospetti ed i miei dubbi per offrirmi una possibilità nuova:
un’acqua che zampilla per la vita eterna.
Un po’ alla volta tu mi hai aperto gli occhi sulla mia esistenza,
mi hai fatto riconoscere i miei fallimenti
e le mie ferite, i miei peccati e le mie infedeltà.
Ho cercato di resisterti,
ho accampato discussioni fatte apposta per guadagnare tempo,
per portare altrove l’attenzione.
Tu mi hai condotto all’essenziale, a quello che conta veramente
e ti sei rivelato non solo come un saggio,
come un maestro spirituale, o addirittura come un profeta,
ma come l’Inviato di Dio, il Messia, il suo Cristo.
È toccato anche a me, Signore,
ad uno dei pozzi della storia di incontrarti
e di riconoscerti come il Salvatore,
come l’Unico capace di colmare la mia sete più profonda.