Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Quaresima: Seconda domenica anno A

 Antifona d'ingresso
Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto. (Sal 27,8-9)

 Dal libro della Gènesi   (Gen 12,1-4)

In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

 
Sal 32
Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

 Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo  (2Tm 1,8-10)

Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo


+ Dal Vangelo secondo Matteo  (Mt 17, 1-9)
“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. [2]E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. [3]Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. [4]Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». [5]Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». [6]All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. [7]Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». [8]Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
Domanda su Elia. [9]E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.
Meditazione

In questa seconda domenica di Quaresima abbandoniamo il deserto per raggiungere il monte della Trasfigurazione. Il Padre ci ha rivelato in Gesù il suo volto: alla sequela di Gesù, i cristiani possono lasciare ogni timore e vivere nella speranza che l’amore di Dio trionferà.

"Fu trasfigurato davanti a loro".

Fu trasfigurato da Dio: è Lui che opera tale prodigio, tale meraviglia nell'umanità di Gesù. Un Gesù incredibilmente nuovo. L'evangelista sottolinea la sua luminosità: la sua veste diventa bianchissima e candida come la luce laddove il bianco luminoso simboleggia il mondo divino, il mondo della risurrezione. Bianca sarà appunto anche la veste dell'angelo che annunzierà la risurrezione di Gesù (Mc 16,5).
 La “Trasfigurazione di Gesù anticipa la nostra “Trasfigurazione”, cioè il momento in cui noi saremo come Lui e con Lui. Il momento il cui lasceremo questo corpo materiale per unirci alla Luce che viene da Dio. Ma nel frattempo non possiamo esimerci dal vivere la nostra vita, una vita di servizio all’uomo, che è la via percorsa da Gesù. Una vita, la nostra, che incontra dolori e sofferenze, tentazioni e sconfitte, proprio come Gesù. Ma una vita che dobbiamo vivere con la certezza della “trasfigurazione ” finale.

Omelia
a cura di
Qumran2.net
Monaci Benedettini Silvestrini

Il suo volto brillò come il sole

Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte e fu trasfigurato davanti a loro"(Mt 17, 1-2). Nel Vangelo della Trasfigurazione possiamo leggere la Liturgia Eucaristica della domenica. Sono passati sei giorni e Gesù conduce in disparte anche noi sul monte alto della Santa Liturgia. Giunti sul monte, nota Matteo, Gesù "fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce". Gesù era lo stesso, ma la sua figura era "trasfigurata": il volto risplendeva come il sole. La luce veniva da lui, non era riflessa. Pietro, coinvolto da questa luce, prende la parola e propone di fare tre tende. È chiaro il suo desiderio di restare lì, su quel monte, con la compagnia di Gesù, di Mosè e di Elia. Ma viene interrotto da una voce - è questo il centro dell'avvenimento - che esce da una nube, anch'essa luminosa, che avvolge tutti: "Questi è il mio figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!". Dal libro santo delle Scritture esce anche per noi la voce del Signore. "Ascoltate il Vangelo!". È la Parola più preziosa, la più chiara, la più luminosa che il Signore ci ha donato. Pietro si accorge che quel Gesù che gli sta di fronte è molto più di quello che hanno compreso sino a quel momento. Quel Gesù, con il quale da tempo camminano assieme e magari ammirano per la sua bravura, quel Gesù è qualcosa di molto oltre rispetto a quello che essi avevano pensato. Si trovarono, quei tre, all'improvviso, come immersi in un'avventura più seria e più profonda di quanto pensavano. Così è tra noi e il Vangelo. Se lo accogliamo veniamo trascinati in un'avventura nuova, più grande e più bella di quanto noi riusciamo ad immaginare.Pietro e gli altri ebbero paura: "Furono presi da grande paura", nota subito l'evangelista. È la paura di dover lasciare le proprie abitudini e le proprie certezze, la paura di essere troppo coinvolti nell'amore. E allora ci ritraiamo, freniamo la forza del Vangelo; non guardiamo più in alto per contemplare la gioia del Signore ma in basso, a terra. Gesù, però, si avvicina ai discepoli impauriti e li tocca. "Alzatevi e non abbiate paura", dice loro. I tre timidamente alzano lo sguardo e vedono Gesù solo, nessun altro con lui. Sì, basta alzare anche solo un poco lo sguardo da noi stessi per vedere il volto di quell'amico che non ci ha mai lasciati soli. I discepoli ora sanno che l'unica cosa che debbono fare è "ascoltare" quel Gesù di Nazareth, figlio prediletto di Dio. Pietro ricorderà per tutta la sua vita quella voce e quel comando che venne dalla nube: "Ascoltatelo!". Quando infatti dimenticò quella voce, la notte del giovedì santo, cadde nel tradimento dell'amico. E ci volle il canto di un gallo, la voce del Vangelo, per farlo rientrare in se stesso. Scrive l'apostolo, nella sua seconda lettera: "Quella voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con il Cristo sul santo monte... a quella voce fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori" (2 Pt 1, 18-19).



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