Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 15 dicembre 2014

Lunedì della III settimana di Avvento

Antifona d'ingresso
Ascoltate, o popoli, la voce del Signore;
proclamate la sua parola sino ai confini della terra:
il nostro Salvatore verrà,
non abbiate timore. (cf. Ger 31,10; Is 35,4)
 
 
 
Libro dei Numeri 24,2-7.15-17a.
In quei giorni, Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui.
Egli pronunziò il suo poema e disse: «Oracolo di Balaam, figlio di Beor, e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante;
oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell'Altissimo, di chi vede la visione dell'Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi.
Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele!
Sono come torrenti che si diramano, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantati, come cedri lungo le acque.
Fluirà l'acqua dalle sue secchie e il suo seme come acqua copiosa. Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà celebrato.
Egli pronunciò il suo poema e disse: "Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante,
oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell'Altissimo, di chi vede la visione dell'Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi.
Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele».

Salmi 25(24),4-5.6-7.8-9.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.

Ricordati della tua fedeltà che è da sempre.
Non ricordare i peccati della mia giovinezza:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.

+Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 21,23-27.
In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo.
Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielò', ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?'';
se diciamo "dagli uominì', abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
 Monaci Benedettini Silvestrini  
La Verità trionfa.

Bàalam, un mago prezzolato per maledire Israele, viene sorprendentemente ispirato dal Dio altissimo e invece di maledire tesse uno splendido elogio del popolo di Dio: "Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Si estendono come vallate, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantato, come cedri lungo le acque". La predilezione divina è già garanzia di una specialissima appartenenza e di un dono incommensurabile, che certamente non può essere smentita dai maghi o dalle bugie degli uomini. La menzogna sin dal principio è la radice del male. Non può coabitare con il regno di Dio. La verità invece, che sgorga dall'essenza stessa di Dio, ha in se la forza di smascherare e condannare il male in tutte le sue forme e poi si fonde con la luce stessa dell'Onnipotente. Gesù dirà di sé: "Io sono la Verità". Diventano quindi persino ridicole le insinuazioni degli scribi e dei farisei, che cercano di estorcere al Signore qualche errore per avere poi il pretesto per accusarlo e condannarlo. La sapienza divina non teme confronti, è la fonte stessa della verità e del vero bene. Questo valeva ai tempi di Gesù vale ancora ai nostri giorni. Dovrebbe servire di monito per tutti coloro che si ergano a giudici di tutto e di tutti, per coloro che ritengono di avere il monopolio della verità e la vorrebbero imporre a tutti. San Paolo esortava così i Colossesi: "Cercate le cose di lassù e non quelle che sono sulla terra". Potremmo intendere che tra le cose di lassù dobbiamo annoverare senza dubbio quel preziosissimo dono dello Spirito che è la sapienza, il dono che smaschera il peccato, ci fa conoscere e amare la verità e ci consente di viverla. Saremo così ben lungi dall'imitare il cattivo esempio di coloro che tramano contro Dio o pretendono di usare la sua verità a proprio comodo. 
 
 
 

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