Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 3 marzo 2015

Antifona d'ingresso
Illumina i miei occhi, Signore,
perché non mi addormenti nella morte;
perché il mio nemico non dica:
“Ho prevalso su di lui”. (Sal 13,4-5)
 
 
Libro di Isaia 1,10.16-20.
Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra!
Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova".
"Su, venite e discutiamo" dice il Signore. "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato".

Salmi 50(49),8-9.16bc-17.21.23.
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.

Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero:
ti pongo innanzi i tuoi peccati".

Chi offre il sacrificio di lode,
questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 23,1-12.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo;
chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

O M E L I A
a cura di
Qumran2.net
 
 Monaci Benedettini Silvestrini
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo

È facile trasformare la fede in religione. Difficile, arduo è invece far sì che la religione diventi fede, sia cioè vita vissuta nella realtà del quotidiano secondo la Parola di Dio. Oggi in modo particolare è divenuto quasi impossibile trasformare la religione in fede a motivo della verità della Parola del Signore che è assente. Si dona la Parola di Dio, ma senza il suo contenuto, è come se uno desse il riccio della castagna, ma senza il suo prezioso contenuto. Il riccio è bello, armonioso, possiede una sua particolare struttura, esso però non nutre. Non è questa la funzione, bensì solo quella di custodire ermeticamente il frutto prima che giunga a maturazione.
Farisei e scribi avevano ridotto la religione a pura ipocrisia. L'apparato esteriore era stupendo, la vitalità interiore era del tutto assente. Mancava una forte moralità e un'ascesi alta. Non c'era Dio nella loro religione, ma l'uomo che aveva preso il posto di Dio. Infatti molte cose le facevano per essere ammirati dagli uomini ed anche la Parola del Signore non veniva insegnata secondo equità, giustizia, verità. Vi era una parzialità dilagante. Era l'uomo che aveva un potere assoluto sulla Parola e la diceva pesante per gli altri, assai leggera per se stesso. Tutto era a servizio della loro gloria, superbia, potere, governo dei cuori e delle coscienze.
Gesù non vuole la religione della superbia, nella quale non c'è posto né per il Padre suo e né per gli uomini, nostri fratelli. Desidera invece la religione dell'umiltà. Quando una religione è umile? È umile quando ognuno vivendo di sola obbedienza alla Parola mette se stesso all'ultimo posto e pone la sua vita a servizio degli altri. Nell'umiltà il pio fedele del Signore lavora per magnificare il Signore e i suoi fratelli, per innalzare Dio e gli uomini, per dare gloria a Dio e agli uomini. Attraverso la sua umiltà deve risplendere nel mondo la più alta dignità di Dio e di ogni altra persona. Se un solo uomo viene escluso da questo innalzamento, è segno che nella nostra religione vi sono della falle, degli errori, delle parzialità, superficialità, arroganza spirituale, inconsistenza morale.
Gesù vuole la religione della fratellanza universale. Non però una fratellanza secondo le moderne posizioni culturali del livellamento degli uomini. Sarebbe questa una fratellanza contro il Vangelo e la verità rivelata. Distinzione, differenza, particolarità, unicità, specificità, singolarità sono essenza della persona e sempre da rispettare e magnificare, elevare e coltivare. La fratellanza evangelica insegna invece che ognuno di noi deve porre se stesso a servizio del bene di tutti gli uomini, che sono nostri fratelli. Il bene supremo è la loro redenzione e salvezza, per ottenere la quale ognuno deve mettere la sua vita come prezzo del riscatto, così come ha fatto Gesù sulla Croce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiutaci a vivere la vera fratellanza così come l'ha vissuta Gesù. Angeli e Santi del Cielo, liberateci da ogni superbia e vanagloria.
 
 
 

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