La Sacra Bibbia - CEI
Il Nuovo Testamento
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Lettere di San Paolo
Lettera ai Romani
Romani - Capitolo 1
Indirizzo
[1]Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione,
prescelto per annunziare il vangelo di Dio, [2]che egli aveva
promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture, [3]riguardo
al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, [4]costituito
Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione
mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.
[5]Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato
per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a
gloria del suo nome; [6]e tra queste siete anche voi,
chiamati da Gesù Cristo. [7]A quanti sono in Roma diletti da
Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro,
e dal Signore Gesù Cristo.
Ringraziamento e preghiera
[8]Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo
riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in
tutto il mondo. [9]Quel Dio, al quale rendo culto nel mio
spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io
mi ricordo sempre di voi, [10]chiedendo sempre nelle mie
preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire
fino a voi. [11]Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per
comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati,
[12]o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la
fede che abbiamo in comune, voi e io. [13]Non voglio pertanto
che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire
fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere
qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili. [14]Poiché
sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti
come verso gli ignoranti: [15]sono quindi pronto, per quanto
sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma.
LA SALVEZZA MEDIANTE LA FEDE
1. LA GIUSTIFICAZIONE
Enunciazione della tesi
[16]Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza
di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del
Greco. [17]E' in esso che si rivela la giustizia di Dio di
fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.
A. I pagani e i giudei sotto l'ira di Dio
I pagani oggetto dell'ira di Dio
[18]In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni
empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità
nell'ingiustizia, [19]poiché ciò che di Dio si può conoscere
è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. [20]Infatti,
dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili
possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui
compiute, come la sua eterna potenza e divinità; [21]essi
sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno
dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato
nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.
[22]Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti
[23]e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con
l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di
quadrupedi e di rettili.
[24]Perciò
Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro
cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, [25]poiché
essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno
venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è
benedetto nei secoli. Amen.
[26]Per
questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno
cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. [27]Egualmente
anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si
sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti
ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la
punizione che s'addiceva al loro traviamento. [28]E poiché
hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in
balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è
indegno, [29]colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di
malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio,
di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, [30]maldicenti,
nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male,
ribelli ai genitori, [31]insensati, sleali, senza cuore,
senza misericordia. [32]E pur conoscendo il giudizio di Dio,
che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo
continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
Romani - Capitolo 2
I Giudei a loro volta oggetto dell'ira divina
[1]Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che
giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso;
infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. [2]Eppure noi
sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che
commettono tali cose. [3]Pensi forse, o uomo che giudichi
quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di
sfuggire al giudizio di Dio? [4]O ti prendi gioco della
ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua
pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla
conversione? [5]Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore
impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della
rivelazione del giusto giudizio di Dio, [6]il quale renderà a
ciascuno secondo le sue opere: [7]la vita eterna a coloro che
perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e
incorruttibilità; [8]sdegno ed ira contro coloro che per
ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia.
[9]Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per
il Giudeo prima e poi per il Greco; [10]gloria invece, onore
e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il
Greco, [11]perché presso Dio non c'è parzialità.
Malgrado la legge
[12]Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno
anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge,
saranno giudicati con la legge. [13]Perché non coloro che
ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono
in pratica la legge saranno giustificati. [14]Quando i
pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la
legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; [15]essi
dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come
risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi
ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16]Così
avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per
mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
[17]Ora,
se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla
legge, e ti glori di Dio, [18]del quale conosci la volontà e,
istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio,
[19]e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che
sono nelle tenebre, [20]educatore degli ignoranti, maestro
dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della
sapienza e della verità... [21]ebbene, come mai tu, che
insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non
rubare, rubi? [22]Tu che proibisci l'adulterio, sei adultero?
Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? [23]Tu che ti
glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge? [24]Infatti
il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani,
come sta scritto.
Malgrado la circoncisione
[25]La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se
trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non
circonciso. [26]Se dunque chi non è circonciso osserva le
prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà
forse contata come circoncisione? [27]E così, chi non è
circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che,
nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un
trasgressore della legge. [28]Infatti, Giudeo non è chi
appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile
nella carne; [29]ma Giudeo è colui che lo è interiormente e
la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella
lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio.
Romani - Capitolo 3
Malgrado le promesse di Dio
-[1]Qual è dunque la superiorità del Giudeo? O quale
l'utilità della circoncisione?
-[2]Grande,
sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state affidate le
rivelazioni di Dio.
-[3]Che
dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può forse
annullare la fedeltà di Dio?
-[4]Impossibile!
Resti invece fermo che Dio è verace e ogni uomo mentitore,
come sta scritto:
Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato.
e trionfi quando sei giudicato.
-[5]Se
però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di Dio, che
diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira?
Parlo alla maniera umana.
-[6]Impossibile!
Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?
-[7]Ma
se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua gloria,
perché dunque sono ancora giudicato come peccatore? [8]Perché
non dovremmo fare il male affinchè venga il bene, come alcuni - la
cui condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi lo
affermiamo?
[9]Che
dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo
infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono
sotto il dominio del peccato, [10]come sta scritto:
Non
c'è nessun giusto, nemmeno uno,
[11]non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12]Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.
[13]La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14]la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15]I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16]strage e rovina è sul loro cammino
[17]e la via della pace non conoscono.
[18]Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi.
[11]non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12]Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.
[13]La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14]la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15]I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16]strage e rovina è sul loro cammino
[17]e la via della pace non conoscono.
[18]Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi.
[19]Ora,
noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per quelli che
sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo
sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. [20]Infatti in
virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato
davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la
conoscenza del peccato.
B. La giustizia di Dio e la fede
Rivelazione della giustizia di Dio
[21]Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è
manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai
profeti; [22]giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù
Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: [23]tutti
hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, [24]ma sono
giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della
redenzione realizzata da Cristo Gesù. [25]Dio lo ha
prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della
fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo
la tolleranza usata verso i peccati passati, [26]nel tempo
della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo
presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
La funzione della fede
[27]Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale
legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. [28]Noi
riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede
indipendentemente dalle opere della legge. [29]Forse Dio è
Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei
pagani! [30]Poiché non c'è che un solo Dio, il quale
giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche
i non circoncisi. [31]Togliamo dunque ogni valore alla legge
mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
Romani - Capitolo 4
C. L'esempio di Abramo
Abramo giustificato dalla fede
[1]Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la
carne? [2]Se infatti Abramo è stato giustificato per le
opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. [3]Ora,
che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu
accreditato come giustizia. [4]A chi lavora, il salario
non viene calcolato come un dono, ma come debito; [5]a chi
invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua
fede gli viene accreditata come giustizia. [6]Così anche
Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia
indipendentemente dalle opere:
[7]Beati
quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
[8]beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto
il peccato!
e i peccati sono stati ricoperti;
[8]beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto
il peccato!
Indipendentemente dalla circoncisione
[9]Orbene, questa beatitudine riguarda chi è circonciso o
anche chi non è circonciso? Noi diciamo infatti che la fede fu
accreditata ad Abramo come giustizia. [10]Come dunque gli
fu accreditata? Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo
dopo la circoncisione, ma prima. [11]Infatti egli ricevette
il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia
derivante dalla fede che aveva gia ottenuta quando non era ancora
circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che
credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia
[12]e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo
hanno la circoncisione, ma camminano anche sulle orme della fede del
nostro padre Abramo prima della sua circoncisione.
Indipendentemente dalla legge
[13]Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla
sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in
virtù della giustizia che viene dalla fede; [14]poiché se
diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa
vana la fede e nulla la promessa. [15]La legge infatti
provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno
trasgressione. [16]Eredi quindi si diventa per la fede,
perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la
discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma
anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre
di tutti noi. [17]Infatti sta scritto: Ti ho costituito
padre di molti popoli; (è nostro padre) davanti al Dio nel quale
credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che
ancora non esistono.
La fede di Abramo e la fede del cristiano
[18]Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così
divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto:
Così sarà la tua discendenza. [19]Egli non vacillò nella
fede, pur vedendo gia come morto il proprio corpo - aveva circa
cento anni - e morto il seno di Sara. [20]Per la promessa di
Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede
gloria a Dio, [21]pienamente convinto che quanto egli aveva
promesso era anche capace di portarlo a compimento. [22]Ecco
perché gli fu accreditato come giustizia.
[23]E
non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come
giustizia, [24]ma anche per noi, ai quali sarà egualmente
accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai
morti Gesù nostro Signore, [25]il quale è stato messo a morte
per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra
giustificazione.
Romani - Capitolo 5
2. LA SALVEZZA
La giustificazione pegno della salvezza
[1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio
per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; [2]per suo mezzo
abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa
grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della
gloria di Dio. [3]E non soltanto questo: noi ci vantiamo
anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce
pazienza, la pazienza una virtù provata [4]e la virtù provata
la speranza. [5]La speranza poi non delude, perché l'amore di
Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo
che ci è stato dato.
[6]Infatti,
mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel
tempo stabilito. [7]Ora, a stento si trova chi sia disposto a
morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di
morire per una persona dabbene. [8]Ma Dio dimostra il suo
amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è
morto per noi. [9]A maggior ragione ora, giustificati per il
suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. [10]Se
infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per
mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo
riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. [11]Non
solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù
Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.
A. Liberazione dal peccato, dalla morte e dalla legge
Adamo e Gesù Cristo
[12]Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato
nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha
raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. [13]Fino
alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato
non può essere imputato quando manca la legge, [14]la morte
regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato
con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di
colui che doveva venire.
[15]Ma
il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di
uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono
concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati
in abbondanza su tutti gli uomini. [16]E non è accaduto per
il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì
da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte
cadute per la giustificazione. [17]Infatti se per la caduta
di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di
più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
[18]Come
dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini
la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si
riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. [19]Similmente,
come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti
peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno
costituiti giusti.
[20]La
legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma
laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, [21]perché
come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la
grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo
nostro Signore.
Romani - Capitolo 6
Il battesimo
[1]Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato
perché abbondi la grazia? [2]E' assurdo! Noi che gia siamo
morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? [3]O
non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo
stati battezzati nella sua morte? [4]Per mezzo del battesimo
siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. [5]Se
infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile
alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. [6]Sappiamo
bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché
fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi
del peccato. [7]Infatti chi è morto, è ormai libero dal
peccato.
[8]Ma
se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,
[9]sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la
morte non ha più potere su di lui. [10]Per quanto riguarda la
sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per
il fatto che egli vive, vive per Dio. [11]Così anche voi
consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
A servizio del peccato e a servizio della giustizia
[12]Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale,
sì da sottomettervi ai suoi desideri; [13]non offrite le
vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite
voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come
strumenti di giustizia per Dio. [14]Il peccato infatti non
dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto
la grazia.
Il cristiano è liberato dal peccato
[15]Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo
più sotto la legge, ma sotto la grazia? E' assurdo! [16]Non
sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi
per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del
peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla
giustizia? [17]Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate
schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento
che vi è stato trasmesso [18]e così, liberati dal peccato,
siete diventati servi della giustizia.
[19]Parlo
con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come
avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e
dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra
a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
I frutti del peccato e della giustizia
[20]Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato,
eravate liberi nei riguardi della giustizia. [21]Ma quale
frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate?
Infatti il loro destino è la morte. [22]Ora invece, liberati
dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi
porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna.
[23]Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio
è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
Romani - Capitolo 7
Il cristiano è liberato dalla legge
[1]O forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di
legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui
egli vive? [2]La donna sposata, infatti, è legata dalla legge
al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla
legge che la lega al marito. [3]Essa sarà dunque chiamata
adultera se, mentre vive il marito, passa a un altro uomo, ma se il
marito muore, essa è libera dalla legge e non è più adultera se
passa a un altro uomo. [4]Alla stessa maniera, fratelli miei,
anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte
quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu
risuscitato dai morti, affinchè noi portiamo frutti per Dio. [5]Quando
infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose, stimolate
dalla legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare
frutti per la morte. [6]Ora però siamo stati liberati dalla
legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire
nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della
lettera.
La funzione della legge
[7]Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente!
Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei
conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non
desiderare. [8]Prendendo pertanto occasione da questo
comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza
la legge infatti il peccato è morto [9]e io un tempo vivevo
senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha
preso vita [10]e io sono morto; la legge, che doveva servire
per la vita, è divenuta per me motivo di morte. [11]Il
peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto
e per mezzo di esso mi ha dato la morte. [12]Così la legge è
santa e santo e giusto e buono è il comandamento. [13]Ciò che
è bene è allora diventato morte per me? No davvero! E' invece il
peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi
di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura
peccaminoso per mezzo del comandamento.
La lotta interiore
[14]Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io
sono di carne, venduto come schiavo del peccato. [15]Io non
riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che
voglio io faccio, ma quello che detesto. [16]Ora, se faccio
quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; [17]quindi
non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. [18]Io
so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è
in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; [19]infatti
io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. [20]Ora,
se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il
peccato che abita in me. [21]Io trovo dunque in me questa
legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. [22]Infatti
acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, [23]ma nelle mie
membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia
mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie
membra. [24]Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo
corpo votato alla morte? [25]Siano rese grazie a Dio per
mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo
la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
Romani - Capitolo 8
B. La vita del cristiano nello Spirito
La vita nello Spirito
[1]Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in
Cristo Gesù. [2]Poiché la legge dello Spirito che dà vita in
Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
[3]Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne
la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio
Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del
peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, [4]perché
la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo
secondo la carne ma secondo lo Spirito.
[5]Quelli
infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne;
quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello
Spirito. [6]Ma i desideri della carne portano alla morte,
mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace.
[7]Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio,
perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero.
[8]Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a
Dio.
[9]Voi
però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal
momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo
Spirito di Cristo, non gli appartiene. [10]E se Cristo è in
voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è
vita a causa della giustificazione. [11]E se lo Spirito di
colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha
risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi
mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12]Così
dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per
vivere secondo la carne; [13]poiché se vivete secondo la
carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate
morire le opere del corpo, vivrete.
Figli di Dio grazie allo Spirito
[14]Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di
Dio, costoro sono figli di Dio. [15]E voi non avete ricevuto
uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto
uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà,
Padre!». [16]Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che
siamo figli di Dio. [17]E se siamo figli, siamo anche eredi:
eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue
sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Destinati alla gloria
[18]Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento
presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere
rivelata in noi.
[19]La
creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di
Dio; [20]essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non
per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre
la speranza [21]di essere lei pure liberata dalla schiavitù
della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli
di Dio. [22]Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme
e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; [23]essa non è
la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito,
gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione
del nostro corpo. [24]Poiché nella speranza noi siamo stati
salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza;
infatti, ciò che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo?
[25]Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con
perseveranza.
[26]Allo
stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza,
perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo
Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti
inesprimibili; [27]e colui che scruta i cuori sa quali sono i
desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo
i disegni di Dio.
Il piano della salvezza
[28]Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di
coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo
disegno. [29]Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto
li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio
suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; [30]quelli
poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati
li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche
glorificati.
Inno all'amore di Dio
[31]Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi
sarà contro di noi? [32]Egli che non ha risparmiato il
proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni
cosa insieme con lui? [33]Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio
giustifica. [34]Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto,
anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
[35]Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la
tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il
pericolo, la spada? [36]Proprio come sta scritto:
Per
causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
siamo trattati come pecore da macello.
[37]Ma
in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui
che ci ha amati. [38]Io sono infatti persuaso che né morte né
vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, [39]né
potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai
separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani - Capitolo 9
C. Situazione di Israele
I privilegi di Israele
[1]Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza
me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: [2]ho nel cuore
un grande dolore e una sofferenza continua. [3]Vorrei infatti
essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei
fratelli, miei consanguinei secondo la carne. [4]Essi sono
Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze,
la legislazione, il culto, le promesse, [5]i patriarchi; da
essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa,
Dio benedetto nei secoli. Amen.
Dio non è infedele
[6]Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non
tutti i discendenti di Israele sono Israele, [7]né per il
fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma:
in Isacco ti sarà data una discendenza, [8]cioè: non
sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come
discendenza sono considerati solo i figli della promessa. [9]Queste
infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo tempo e
Sara avrà un figlio. [10]E non è tutto; c'è anche Rebecca
che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: [11]quando
essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male -
perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione non
in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama - [12]le
fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, [13]come
sta scritto:
Ho
amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
e ho odiato Esaù.
Dio non è ingiusto
[14]Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio?
No certamente! [15]Egli infatti dice a Mosè:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
e avrò pietà di chi vorrò averla.
[16]Quindi
non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che
usa misericordia. [17]Dice infatti la Scrittura al faraone:
Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché
il mio nome sia proclamato in tutta la terra. [18]Dio
quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole
[19]Mi
potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi può
infatti resistere al suo volere?». [20]O uomo, tu chi sei per
disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che
lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». [21]Forse il
vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un
vaso per uso nobile e uno per uso volgare? [22]Se pertanto
Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza,
ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, gia pronti per la
perdizione, [23]e questo per far conoscere la ricchezza della
sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla
gloria, [24]cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo
tra i Giudei ma anche tra i pagani, che potremmo dire?
Infedeltà e chiamata previste dall'AT
[25]Esattamente come dice Osea:
Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26]E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto
loro:
«Voi non siete mio popolo»,
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26]E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto
loro:
«Voi non siete mio popolo»,
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
[27]E
quanto a Israele, Isaia esclama:
Se
anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28]perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28]perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la terra.
[29]E
ancora secondo ciò che predisse Isaia:
Se
il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
[30]Che
diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno
raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede;
[31]mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la
giustizia, non è giunto alla pratica della legge. [32]E
perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse
dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo,
[33]come sta scritto:
Ecco
che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
Romani - Capitolo 10
I Giudei hanno misconosciuto la giustizia di Dio
[1]Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera
sale a Dio per la loro salvezza. [2]Rendo infatti loro
testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta
conoscenza; [3]poiché, ignorando la giustizia di Dio e
cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla
giustizia di Dio. [4]Ora, il termine della legge è Cristo,
perché sia data la giustizia a chiunque crede.
Annunziata da Mosè
[5]Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge
così: L'uomo che la pratica vivrà per essa. [6]Invece
la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo
cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere
Cristo; [7]oppure: Chi discenderà nell'abisso? Questo
significa far risalire Cristo dai morti. [8]Che dice dunque?
Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore:
cioè la parola della fede che noi predichiamo. [9]Poiché se
confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con
il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo.
[10]Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e
con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
[11]Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà
deluso. [12]Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e
Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti
quelli che l'invocano. [13]Infatti: Chiunque invocherà il
nome del Signore sarà salvato.
Sono senza scusa
[14]Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in
lui? Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare? E come
potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? [15]E
come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto:
Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio
di bene!
[16]Ma
non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: Signore, chi
ha creduto alla nostra predicazione? [17]La fede dipende
dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per
la parola di Cristo. [18]Ora io dico: Non hanno forse udito?
Tutt'altro:
per
tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole.
e fino ai confini del mondo le loro parole.
[19]E
dico ancora: Forse Israele non ha compreso? Gia per primo Mosè dice:
Io
vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
[20]Isaia
poi arriva fino ad affermare:
Sono
stato trovato da quelli che non mi cercavano,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a
me,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a
me,
[21]mentre
di Israele dice: Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo
disobbediente e ribelle!
Romani - Capitolo 11
Il resto di Israele
[1]Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo
popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della
discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. [2]Dio
non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da
principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo
in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?
[3]Signore,
hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.
[4]Cosa
gli risponde però la voce divina?
Mi
sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il
ginocchio davanti a Baal.
[5]Così
anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.
[6]E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la
grazia non sarebbe più grazia.
[7]Che
dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno
ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti, [8]come
sta scritto:
Dio
ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.
[9]E
Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio, un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10]Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10]Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
La restaurazione futura
[11]Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre?
Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai
pagani, per suscitare la loro gelosia. [12]Se pertanto la
loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento
ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione
totale!
[13]Pertanto,
ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io
faccio onore al mio ministero, [14]nella speranza di
suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.
[15]Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione
del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una
risurrezione dai morti?
L'oleastro e l'olivo buono
[16]Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta;
se è santa la radice, lo saranno anche i rami. [17]Se però
alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato
innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e
della linfa dell'olivo, [18]non menar tanto vanto contro i
rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la
radice, ma è la radice che porta te.
[19]Dirai
certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato
io! [20]Bene; essi però sono stati tagliati a causa
dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non
montare dunque in superbia, ma temi! [21]Se infatti Dio non
ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno
risparmierà te!
[22]Considera
dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono
caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu
sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso.
[23]Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno
anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di
nuovo! [24]Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che
eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un
olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura,
potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!
La conversione di Israele
[25]Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo
mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di
Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. [26]Allora
tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da
Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27]Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27]Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
[28]Quanto
al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla
elezione, sono amati, a causa dei padri, [29]perché i doni e
la chiamata di Dio sono irrevocabili! [30]Come voi un tempo
siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia
per la loro disobbedienza, [31]così anch'essi ora sono
diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di
voi, perché anch'essi ottengano misericordia. [32]Dio infatti
ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti
misericordia!
Inno alla sapienza misericordiosa
[33]O profondità della ricchezza, della sapienza e della
scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e
inaccessibili le sue vie!
[34]Infatti,
chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35]O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35]O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
[36]Poiché
da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria
nei secoli. Amen.
Romani - Capitolo 12
PARENESI
Il culto spirituale
[1]Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad
offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a
Dio; è questo il vostro culto spirituale. [2]Non conformatevi
alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è
buono, a lui gradito e perfetto.
Umiltà e carità nella comunità
[3]Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno
di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma
valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione,
ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. [4]Poiché,
come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno
tutte la medesima funzione, [5]così anche noi, pur essendo
molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte
siamo membra gli uni degli altri. [6]Abbiamo pertanto doni
diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono
della profezia la eserciti secondo la misura della fede; [7]chi
ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento,
all'insegnamento; [8]chi l'esortazione, all'esortazione. Chi
dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza;
chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
[9]La
carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi
al bene; [10]amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno,
gareggiate nello stimarvi a vicenda. [11]Non siate pigri
nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
[12]Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera, [13]solleciti per le necessità
dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
Carità verso tutti, anche verso i nemici
[14]Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non
maledite. [15]Rallegratevi con quelli che sono nella gioia,
piangete con quelli che sono nel pianto. [16]Abbiate i
medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose
troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea
troppo alta di voi stessi.
[17]Non
rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene
davanti a tutti gli uomini. [18]Se possibile, per
quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. [19]Non
fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira
divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che
ricambierò, dice il Signore. [20]Al contrario, se il
tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere:
facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo
capo. [21]Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il
bene il male.
Romani - Capitolo 13
Sottomissione ai poteri civili
[1]Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché
non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite
da Dio. [2]Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone
all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si
attireranno addosso la condanna. [3]I governanti infatti non
sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi
non aver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode, [4]poiché
essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora
temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio
di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. [5]Perciò
è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione,
ma anche per ragioni di coscienza. [6]Per questo dunque
dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo
compito sono funzionari di Dio. [7]Rendete a ciascuno ciò che
gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse;
a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.
La carità, riassunto della legge
[8]Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un
amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la
legge. [9]Infatti il precetto: Non commettere adulterio,
non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro
comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo
tuo come te stesso. [10]L'amore non fa nessun male al
prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.
Il cristiano è il figlio della luce
[11]Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo
di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora
di quando diventammo credenti. [12]La notte è avanzata, il
giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e
indossiamo le armi della luce. [13]Comportiamoci onestamente,
come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non
fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. [14]Rivestitevi
invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi
desideri.
Romani - Capitolo 14
Carità verso i deboli
[1]Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza
discuterne le esitazioni. [2]Uno crede di poter mangiare di
tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. [3]Colui
che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non
giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. [4]Chi
sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada,
ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha
il potere di farcelo stare.
[5]C'è
chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali;
ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali.
[6]Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il
Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende
grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e
rende grazie a Dio. [7]Nessuno di noi, infatti, vive per se
stesso e nessuno muore per se stesso, [8]perché se noi
viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il
Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.
[9]Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla
vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
[10]Ma
tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il
tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio,
[11]poiché sta scritto:
Come
è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12]Quindi
ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. [13]Cessiamo
dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser
causa di inciampo o di scandalo al fratello.
[14]Io
so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se
stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo.
[15]Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu
non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con
il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! [16]Non divenga
motivo di biasimo il bene di cui godete! [17]Il regno di Dio
infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e
gioia nello Spirito Santo: [18]chi serve il Cristo in queste
cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. [19]Diamoci
dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole.
[20]Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo!
Tutto è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando
scandalo. [21]Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino,
né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.
[22]La
fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi
non si condanna per ciò che egli approva. [23]Ma chi è nel
dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede; tutto
quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.
Romani - Capitolo 15
[1]Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. [2]Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. [3]Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me. [4]Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza. [5]E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, [6]perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
[7]Accoglietevi
perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di
Dio. [8]Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei
circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse
dei padri; [9]le nazioni pagane invece glorificano Dio per la
sua misericordia, come sta scritto:
Per
questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.
e canterò inni al tuo nome.
[10]E
ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.
[11]E
di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
i popoli tutti lo esaltino.
[12]E
a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
[13]Il
Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede,
perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.
EPILOGO
Il ministero di Paolo
[14]Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi
riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni
conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro. [15]Tuttavia
vi ho scritto con un pò di audacia, in qualche parte, come per
ricordarvi quello che gia sapete, a causa della grazia che mi è
stata concessa da parte di Dio [16]di essere un ministro di
Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo di
Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata
dallo Spirito Santo. [17]Questo è in realtà il mio vanto in
Gesù Cristo di fronte a Dio; [18]non oserei infatti parlare
di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo mio per condurre i
pagani all'obbedienza, con parole e opere, [19]con la potenza
di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da
Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la
predicazione del vangelo di Cristo. [20]Ma mi sono fatto un
punto di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non
era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento
altrui, [21]ma come sta scritto:
Lo
vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
Progetti di viaggio
[22]Per questo appunto fui impedito più volte di venire da
voi. [23]Ora però, non trovando più un campo d'azione in
queste regioni e avendo gia da parecchi anni un vivo desiderio di
venire da voi, [24]quando andrò in Spagna spero, passando, di
vedervi, e di esser da voi aiutato per recarmi in quella regione,
dopo avere goduto un poco della vostra presenza.
[25]Per
il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a quella
comunità; [26]la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto
fare una colletta a favore dei poveri che sono nella comunità di
Gerusalemme. [27]L'hanno voluto perché sono ad essi debitori:
infatti, avendo i pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono
in debito di rendere un servizio sacro nelle loro necessità
materiali. [28]Fatto questo e presentato ufficialmente ad
essi questo frutto, andrò in Spagna passando da voi. [29]E so
che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della
benedizione di Cristo. [30]Vi esorto perciò, fratelli, per il
Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello Spirito, a lottare con me
nelle preghiere che rivolgete per me a Dio, [31]perché io sia
liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme
torni gradito a quella comunità, [32]sicché io possa venire
da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in mezzo a voi.
Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
Romani - Capitolo 16
Raccomandazioni e saluti
[1]Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della
Chiesa di Cencre: [2]ricevetela nel Signore, come si conviene
ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno;
anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.
[3]Salutate
Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la
vita essi hanno rischiato la loro testa, [4]e ad essi non io
soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; [5]salutate
anche la comunità che si riunisce nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo. [6]Salutate
Maria, che ha faticato molto per voi. [7]Salutate Andronìco e
Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli
insigni che erano in Cristo gia prima di me. [8]Salutate
Ampliato, mio diletto nel Signore. [9]Salutate Urbano, nostro
collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. [10]Salutate
Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di
Aristòbulo. [11]Salutate Erodione, mio parente. Salutate
quelli della casa di Narcìso che sono nel Signore. [12]Salutate
Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la
carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore. [13]Salutate
Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia.
[14]Salutate Asìncrito, Flego\'sìnte, Erme, Pàtroba, Erma e i
fratelli che sono con loro. [15]Salutate Filòlogo e Giulia,
Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono con loro.
[16]Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi
salutano tutte le chiese di Cristo.
Avvertimento. Primo post-scriptum
[17]Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro
che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete
appreso: tenetevi lontani da loro. [18]Costoro, infatti, non
servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare
solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.
[19]La
fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi
rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male.
[20]Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i
vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.
Ultimi saluti. Secondo post-scriptum
[21]Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio,
Giasone, Sosìpatro, miei parenti. [22]Vi saluto nel Signore
anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. [23]Vi saluta
Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto,
tesoriere della città, e il fratello Quarto.
Dossologia
[25]A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli
eterni,
[26]ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27]a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli
eterni,
[26]ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27]a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
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