Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

La Sesta e la settima parola: “tutto è compiuto" – "Padre nelle tue mani consegno il mio spirito""


Ormai tutto era compiuto. Le profezie, una dopo l’altra si erano avverate.La volontà del Padre era stata fatta fino all’ultima virgola: “Non sapete voi che io devo attendere le cose del Padre mio?”.La volontà del Padre era il principio e doveva essere la fine della vita terrena di Gesù. La sua opera era compiuta e Gesù poteva contemplarla dalla croce. Dio Padre aveva predisposto che Egli sarebbe stato il riscatto dell’umanità caduta nel peccato, Gesù doveva versare per tutti il suo sangue, tutto, fino l’ultima goccia.

La missione di Gesù sulla terra era finita, l’aveva terminata nell’ultima cena, quando aveva elevato la preghiera al Padre:”Padre, l’ora è venuta: glorifica il tuo figlio, affinché tuo figlio glorifichi te. Io ti ho glorificato sulla terra compiendo la missione che Tu mi hai affidato, ed ora Tu, Padre, glorificami presso te stesso con la gloria che io ebbi da te quando il mondo non era”.

Dopo quella preghiera rimaneva ancora il calice da bere fino in fondo, ora l’aveva vuotato fino all’ultima goccia. Aveva comunicato ogni cosa e non poteva aggiungere altro. Ora poteva deporre tranquillamente la sua vita in un supremo atto d’amore, l’aveva dichiarato in varie circostanze, che anche quel gesto doveva essere fatto in un atto di spontanea volontà. Egli, che aveva chiamato alla vita diverse persone, ora doveva lasciare la propria per riprenderla dopo tre giorni. Non scese dalla croce all’invito fatto da presenti, ma, morendo, diede una nuova luminosità alla vita di tutti gli uomini. Gesù, nell’ultimo istante, abbracciò con uno sguardo il passato.

La storia di tutti gli uomini che vissero prima di quel tempo e dopo convergeva sempre a lui, dai piedi della croce iniziò il principio di un mondo nuovo. Con la voce morente nella desolazione che passava, si affidava al Padre: E quando ebbe preso l’aceto disse: “tutto è compiuto”.
Gesù poi, gettando un grido a gran voce disse: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”; detto questo, chinato il capo, spirò. Il fatto più tremendo, che mai ebbe luogo su questa terra era ormai compiuto, il più grande amore di Dio si era manifestato. Gesù, il figlio di Dio fatto uomo, era morto e la terra portava il suo cadavere attraverso lo spazio ed il tempo.

La natura che da lungo tempo era in attesa della manifestazione del figlio di Dio, gemeva e soffriva le doglie del parto “si scosse” ed ecco che il sole si oscurò, il velo del tempio si squarciò in due parti da capo a fondo, e la terra tremò e le rocce si spezzarono, le tombe si scoperchiarono e molti corpi di santi che riposavano risuscitarono; uscirono dalle tombe e apparvero a molti nella città santa e non ritornarono che dopo la resurrezione di Lui”.



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La seconda Parola
La terza Parola
La quarta Parola
La quinta Parola
La sesta e la settima Parola

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